1997-1998
Area archeologica "Incoronata": infrastrutture per il miglioramento della fruibilità turistica
Agro di Pisticci (MT)
L'area
dell'Incoronata, dal nome di una piccola cappella rurale della zona, fa
parte del sistema delle ultime terrazze marine prima di giungere alle
spiagge dello Ionio lucano. Grazie alla presenza di terreni fertili,
idonei all'agricoltura e all'allevamento di bestiame, grazie all'aria
salubre e alla presenza di acque sorgive, la zona era frequentata da
popolazioni indigene prima che arrivassero i coloni greci nell'VIII
secolo a.C.
L'intervento riguarda l'Incoronata greca a sud-est e non quella
indigena a nord-ovest del medesimo pianoro. Il rinvenimento delle aree
di sedime delle capanne magnogreche, di strade e di altri elementi
dell'insediamento, ha permesso di candidare il progetto al programma
operativo multiregionale.
Il progetto si estende su un'area di circa 17 ha tra la zona a valle
(tratturo Spezzacatene) e il pianoro a monte, tra una ricca vegetazione
favorita dalla presenza di acqua sorgiva, come testimoniano i numerosi
canneti presenti.
Oltre a preparare il terreno e a drenarlo con un impianto sotterraneo
di tubi collegati ad un canale di scolo esistente, è stato realizzato
un ampio parcheggio per auto e autobus e zone di sosta con sedute
all'ingresso dell'area. Le sedute sono in cemento, mentre il pavimento
è in rizzada ottenuta con ciottoli di media grandezza affogati in malta
cementizia.
Da qui, attraverso sentieri si giunge in una sorta di aula circolare
coperta da strutture metalliche con l'obiettivo di farvi arrampicare
piante per creare ombra. Al di sopra del muretto perimetrale, sono
cartelli didattici riportanti la storia dei cosiddetti "Greci sul
Basento" (dal titolo di una mostra che si tenne a Milano nel 1986
presso la Galleria del Sagrato in Piazza Duomo) e la storia degli
insediamenti magnogreci nell'area di Metaponto.
Da qui, un lungo sentiero collegato ad un altro proveniente da sud-est,
porta al pianoro dell'insediamento magnogreco in collina. Sul pianoro,
altri pannelli didascalici offrono ai visitatori sintesi della storia
archeologica del sito.
Lungo i sentieri sono staccionate realizzate con paletti di Castagno,
mentre i gradoni che conducono in collina hanno le pedate in massello
di Castagno; lungo i vari camminamenti sono luoghi di sosta attrezzati
con sedute.
Poiché al momento dell'intervento, l'area ai piedi della collina era
coltivata a seminativi, il progetto ha previsto la piantumazione di
alberi autoctoni tra cui Olivi, Olivastri, Perastri e varie piante
arbustive per creare un felice rapporto tra archeologia e natura.
Il progetto si è occupato anche del restauro e dell'interpretazione
dell'abbeveratoio dell'Incoronata alimentato dalle acque sorgive, e si
è occupato del recupero delle acque discendenti dalla collina per
creare un ninfeo a valle a vantaggio dei campi agricoli vicini.
Avversato dall'Ufficio Ambiente della Regione Basilicata, dalla
Soprintendenza Archeologica di Basilicata e dal Comune di Pisticci, il
progetto è stato notevolmente depauperato prima di essere approvato.
Un grave incendio nel mese di luglio del 2012, ha praticamente
distrutto le opere realizzate; il sito, già abbandonato a se stesso dal
Comune di Pisticci, versa in pessime condizioni.
L'importanza archeologica dell'Incoronata di Pisticci è testimoniata
dal continuo interesse che università di studi europee mostrano nei
suoi confronti; tuttora, infatti, essa è oggetto di campagne di scavo
da parte dell'Università di Rennes 2, dirette dal prof. Mario Denti.
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