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A est di piazza Umberto I, appena dopo il primo salto di quota da cui inizia il declivio del rione Matina, è la casa qui presentata che, risalente ai primi del Novecento, si sviluppa su due livelli compreso il piano terra. Da sempre residenza, affaccia solo sul lato prospettante via Vittorio Emanuele III.
L’intervento è stato impegnativo perché, su richiesta della committenza, è stato ricavato un garage in un locale al piano terra che, per l’occasione, è diventato seminterrato dopo aver realizzato apposite sottofondazioni. Nel piano ammezzato sorto al di sopra del garage, è stato ricavato lo studio privato e, al piano superiore, l’alloggio in corrispondenza di tre piccole unità immobiliari aggregate a schiera. Sono state conservate le volte a copertura degli ambienti e, laddove necessario, è stata captata luce naturale attraverso appositi comignoli luminosi e un abbaino. Oltre lo studio al piano ammezzato, la casa si compone di cucina, pranzo, salotto, due camere da letto, due servizi igienici, ripostigli e garage con accesso diretto dall’interno.
Dal punto di vista statico, il fabbricato regge su murature portanti che l'intervento non ha modificato. Gli intonaci a base di calce, sia all'esterno che all'interno sono del tipo civile e fratazzati. All'esterno, per evidenziare l'ingresso sono state prolungate due paraste per tutta l'altezza del fabbricato; tra esse, è stata realizzata una finestra per illuminare le scale e da cui si gode la vista fino all'arco del mare Ionio. I pavimenti e lo zoccolo battiscopa sono in marmo Calacatta oro; i serramenti interni ed esterni sono in Pino Douglas; tra camera da pranzo e cucina è una parete in vetro satinato su muretto rivestito in Douglas.
La residenza è stata completamente arredata con i mobili dello studio in Faggio, con mobili sul pianerottolo di arrivo al primo piano, con una madia nella stanza da pranzo e una consolle nel salotto, ottenuta utilizzando due mensole litoidi di un vecchio balcone, sormontate da piano in vetro temperato.