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renato d'onofrio/architetto


1999
Strutture annesse al "Porto degli Argonauti"
Marina di Pisticci (MT)

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Lungo l’ultimo tratto, prima che il fiume Basento sfoci nel mare Ionio, è il villaggio degli Argonauti, progettato dall’architetto Luigi Vietti tra gli anni ‘80 e ‘90. L’insediamento è caratterizzato da case unifamiliari isolate , disposte in gruppi di sei intorno ad una sorta di piazzola collegata alla sinuosa strada che recinge le cosiddette “margherite”. Una struttura alberghiera occupa lo spazio a nord-est nei pressi del fiume, mentre una struttura “urbana” complessa (ristoranti, negozi, bar, albergo) a sud-est fa da quinta alla darsena sud del porto turistico. Opera della Modimar S.r.l., il porto è stato inaugurato nel 2009 e contiene circa 500 imbarcazioni; il boccaporto è riconoscibile grazie a due moli convergenti (cosiddetti pennelli) protesi nel mare fino alla linea batimetrica di 4 metri. Il canale di accesso si sviluppa parallelamente al fiume Basento e ne asseconda l’andamento riducendo al massimo l’impatto paesaggistico; fiume e canale sono separati da una “lingua” di terra che ne rende “naturale” il rapporto.
Alla fine degli anni ’90, in previsione del porto, lo studio D'Onofrio progettò tutte le opere complementari a terra: torre di controllo tra le due darsene, servizi igienici, cantiere nautico, yacht club, mercato ittico e centro commerciale per ospitare un ristorante, bar, negozi, uffici di servizi al porto. Del masterplan progettato, oggi sono stati realizzati solo la torre di controllo e i servizi igienici a cui si è aggiunto il bunkeraggio nei pressi dello scalo di alaggio.
La torre di controllo è una struttura a pianta triangolare con scala semicircolare a tergo per raggiungere i livelli alti. La forma lanceolata ha suggerito la realizzazione della rosa dei venti a pavimento, perfettamente in tema con l'ambiente della navigazione. In alzato la torre evoca le imbarcazioni senza imitarle: il fronte est con il profilo triangolare e il palo di acciaio obliquo, danno l’idea della prua di una imbarcazione che si prepara a salpare. Lo studio relativo all'irraggiamento solare dell’interno nei vari periodi da maggio a settembre e durante le ore maggiormente soleggiate, ha consentito di definire l'aggetto della pensilina, l'arretramento e l'inclinazione delle finestre. I materiali impiegati sono i mattoni faccia a vista, l’acciaio e l’alluminio color acciaio, vetri; la struttura è in c.a.
Il pavimento esterno è in masselli di cemento vibrato e basole di pietra Apricena con scritte in acciaio inox cromato.
Ciascuna delle strutture dei servizi igienici, si compone di due fabbricati a pianta semicircolare con camminamento voltato al centro in acciaio e legno. Questa struttura, oltre a rendere riconoscibili i fabbricati da notevole distanza, ripara gli ingressi dal soleggiamento diretto e "prepara" gli occhi dei fruitori ad entrare in ambienti decisamente umbratili rispetto all'esterno.
Il bunkeraggio, nato dapprima come semplice box tecnologico, è stato interpretato con forme dinamiche che rimandano a quelle della marineria. La struttura, infatti, sembra una sorta di imbarcazione ormeggiata senza però dimenticare che è un'architettura a servizio del porto. Un cancello che funge da soluzione di continuità con il cantiere nautico di cui fa parte, la separa dal muro variopinto. 
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