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renato d'onofrio/architetto


2014
Chiesa San Giuseppe Lavoratore, progetto artistico
Pisticci Scalo (MT)

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Realizzato in collaborazione con la maestra Marisa Gullotta, il progetto comprende i “fuochi” liturgici, due piedistalli per altrettante statue, una doppia boiserie per ospitare le formelle della via Lucis e della via Crucis, il portone di ingresso.
Della Gullotta sono le formelle ceramiche delle due vie sacre e le formelle in bronzo del portone di ingresso.
La prossemica dei “fuochi” liturgici, studiata in base alla luce naturale che entra attraverso una sorta di claristorio,  prevede l’ambone a sinistra dei fedeli ed in posizione avanzata, la mensa al centro, la sede sul muro di fondo alla destra dei fedeli; all’esterno del presbiterio, sul muro concavo a sinistra è la custodia del Santissimo Sacramento, mentre a destra è il fonte battesimale avanzato verso l'assemblea. Tra le fonti luminose, sul muro concavo, è il Crocefisso nell’iconografia del Cristus triumphans.
La mensa si compone di un basamento che rappresenta “l'ara sacrificale" su cui si innesta il "tavolo del convivio pasquale". L'innesto è affidato al marmo Giallo Reale proveniente dalle cave di Poggiorsini (BA). Il ritto e il piano sono in Mazzaro di Gravina levigato; nel ritto, sul lato del celebrante, è il reliquiario.
Per rappresentare il "sepolcro vuoto", l'ambone è una sorta di frammento pietroso svuotato e fessurato, come se fosse colto nel processo di disfacimento al momento della Resurrezione di Cristo, suggestione figurativa scelta per evocare il Mistero Divino. Sia per evitare il "fuori scala", sia per evidenziare la forza della Parola che levita sulle “cose”, ad una certa altezza alla struttura litoide si innesta il lettorino in policarbonato trasparente.
Proteso verso l'aula, il profilo dell'ambone ha andamento parabolico; la struttura è in Mazzaro di Gravina fiammato e spazzolato.
Al centro del muro concavo tra le finestre rettangolari è il Crocefisso raffigurante il Christus Triumphans. Ben visibile da ogni postazione dell'aula, si eleva su una base lignea solidale allo zoccolo che segue la concavità del presbiterio.  La base, l'elemento di collegamento e la Croce sono in Rovere sbiancato, mentre il Christus Triumphans è in terracotta lasciata al naturale.
Il monolite verticale in cui è incastonato il tabernacolo, rimanda alla "pietra che i costruttori hanno scartata (che) è diventata testata d'angolo" (Mc 12, 1-12). In pietra Serena, il monolite è solcato per definire una Croce al cui centro è il tabernacolo. Per dimensioni e posizione, la custodia è visibile da ogni postazione dell'aula liturgica (piano basso e piano alto). Il tabernacolo e i solchi sono rivestiti in argento. La mensola della lampada perenne è in pietra Serena.
Di forma cilindrica, il fonte battesimale ha sulla superficie inferiore, a bassorilievo, "onde burrascose" che si quietano in corrispondenza della superficie superiore. Il fonte e il relativo cero pasquale, sono prossimi al presbiterio, in apposita "area battesimale" che consente all'assemblea di partecipare visivamente alle funzioni battesimali. Il fonte è in marmo Carrara Bianco P, in parte levigato e in parte spazzolato a diversi livelli per differenziare i campi delle "onde" in superficie.
Il basamento cilindrico del cero pasquale è in Carrara Bianco P mentre il setto è in Travertino Romano chiaro. La portella della teca per gli oli sacri è in acciaio inox cromosatinato.
La sede è posizionata a destra rispetto all'asse mediano del presbiterio ed è affiancata su entrambi i lati dalle sedute per due concelebranti. Le sedute in Rovere sbiancato sono direttamente collegate allo zoccolo del presbiterio nello stesso materiale.
Statua Madonna: il gruppo scultoreo di Maria con il Bambino rimanda al ruolo di madre e di moglie attenta soprattutto all'educazione del figlio e al felice rapporto con Giuseppe. Infatti, tanto Maria quanto Gesù volgono lo sguardo in direzione di quest'ultimo. Inoltre si è voluto fare riferimento alla donna che lavora tra le mura domestiche per il bene della propria famiglia. Nel gruppo scultoreo è evidente un forte realismo testimoniato dai vestiti indossati, dagli sguardi e soprattutto da quello materno di Maria verso il Figlio. La scultura è in ceramica smaltata monocromatica di colore avorio. Il piedistallo è costituito da un'anima in acciaio rivestita di Faggio evaporato. La cassetta per le offerte, la mensola e le 50 aste porta lampade sono in acciaio inox.
Statua San Giuseppe: l'effigie non è ascrivibile all'iconografia classica perché si è voluto rappresentare il padre che sostiene la propria famiglia attraverso il lavoro. In assonanza ai lavori rappresentati nelle formelle della porta, San Giuseppe è un lavoratore, dedito al sacrificio di padre che vive con orgoglio e serenità d'animo. È evidente un forte realismo testimoniato dal volto di uomo maturo e consapevole, dai vestiti e dagli attrezzi che ha nelle mani. Il piedistallo è costituito da un'anima in acciaio rivestita in Faggio evaporato. La scultura è in ceramica smaltata monocromatica di colore avorio. Il piedistallo è costituito da un'anima in acciaio rivestita di Faggio evaporato. La cassetta per le offerte, la mensola e le 50 aste porta lampade sono in acciaio inox.
Le rappresentazioni delle due sacre vie sono state intese dalla Gullotta come pagine di un "libro" illustrato di facile interpretazione; esse contengono personaggi riconoscibili e colti in modo da non volgere mai le spalle a chi guarda poiché trattasi di scene sacre nelle quali non dovrebbe entrare nessun altro. Le scene sono realistiche e la contemporaneità del tratto non dimentica la "classicità" della impostazione compositiva e figurativa.
I pannelli sono ospitati in una boiserie sulla parete tra aula e vestibolo: le stazioni della via Lucis sono a sinistra di chi entra (est) mentre quelle della via Crucis sono a destra (ovest).
Ai lati dell'ingresso sono due acquasantiere costituite da un volume parallelepipedo dotato di un'asola e di una piccola vasca scavata all'interno.
Nel rispetto di un'antica tradizione locale, le formelle sono in ceramica smaltata, mentre i numeri romani, dal I al XXVIII sono in acciaio satinato. La boiserie è in Rovere naturale. Le acquasantiere, come lo zoccolo dell'aula a cui sono collegate, sono in Travertino Romano chiaro trattato con resine trasparenti.
Per celebrare le opere di tutti i lavoratori di cui San Giuseppe è protettore, le 8 formelle della porta raffigurano i lavori prevalenti nel territorio di Pisticci.  In alcune di esse, il numero delle persone che lavorano in comunione esprime la solidarietà e la dimensione familiare con cui alcune opere  vengono svolte; in altre emerge una dimensione domestica del lavoro, non meno gratificante per colui che lo esegue. Le scene sono immaginate negli ambienti domestici tipici e nei paesaggi rurali e urbani che caratterizzano le aree periferiche tra città e campagna. I tratti architettonici riconoscibili dei luoghi sono la chiesa matrice con il rione Terravecchia, gli uliveti con le case contadine e i calanchi che digradano a valle.
La porta ha due ante e struttura in Iroko; ha due fasce laterali con doghe verticali e una parte centrale con 8 specchiature incavate in cui sono le formelle di bronzo. Le formelle, realizzate con la tecnica della "cera persa" si presentano formalmente ad altorilievo. 
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