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renato d'onofrio/architetto


2013
Chiesa Maria Santissima Annunziata nel Palazzo Baronale, adeguamenti liturgico e funzionale
Scanzano Jonico (MT)

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Fondata da un gruppo di monaci Basiliani nel VII secolo, la chiesa di Maria Ss Annunziata è il primo nucleo architettonico di Scanzano che precede persino la masseria e il palazzo baronale che l'ha introitata come oggi risulta.
Sconsacrata dal 1962, dopo gli interventi qui presentati la chiesa è stata consacrata in luglio 2013. Gli interventi hanno riguardato il restauro, l’ampliamento e  gli adeguamenti liturgico e funzionale. Con impianto basilicale, la chiesa è stata dotata di presbiterio e sacrestia. I "fuochi" liturgici sono stati disposti secondo una prossemica fedele al Concilio Ecumenico Vaticano II. Dall’esterno ed in sequenza sono il ricetto trasformato in endonartece, l'aula liturgica con il presbiterio sul fondo opposto e la sacrestia a seguire.
Il presbiterio sopraelevato dall'aula di 21 cm è stato pavimentato alla Romana con basole di diversa pezzatura in pietra di Trani spazzolata. Al centro è la mensa, a sinistra verso l'aula è l'ambone, a sinistra in posizione arretrata è la custodia del Santissimo Sacramento, a destra sono le sedute, sotto la nicchia di Maria Ss Annunziata è il dossale in legno che fa da sfondo al presbiterio e disimpegna la sacrestia. Sui muri a fianco della nicchia sono due pannelli in legno. Sui muri laterali sono due mensole per oggetti in uso durante le sacre liturgie. Vicino alla sede del presidente è il leggio in acciaio cromosatinato con piede in Faggio evaporato.
La mensa, in pietra Mazzaro di Gravina levigata, è un cubo riportante 12 solchi sui quattro lati a evocare il numero degli apostoli. Sul piano superiore, i solchi formano un quadrato “magico” con 16 caselle e quindi 16 numeri la cui somma lungo le righe, le colonne e le due diagonali dà sempre 33, gli anni di Cristo in Terra. La parte bassa evoca l'ara del sacrificio salvifico di Cristo mentre la lastra superiore, sospesa su un sottile supporto cruciforme di acciaio, rimanda al tavolo del convivio pasquale.
L'ambone è in pietra Santafiora e Mazzaro di Gravina con l’obiettivo di simboleggiare rispettivamente il Vecchio (in basso) e il Nuovo Testamento (in alto). Sulla Santafiora  è il tetragramma biblico (il nome di Dio in ebraico) mentre sul Mazzaro è il Cristogramma; sui fianchi sono i numeri dei libri dell’A.T. (XLVI) e del N.T. (XXVII).
La custodia del Santissimo Sacramento è un monolite in Mazzaro levigato e spazzolato con il tabernacolo in acciaio cromosatinato.
Il dossale, la boiserie sotto la nicchia dell’Annunziata, le mensole e la sede sono in Rovere naturale con finiture in Rovere sbiancato e grigio cenere.  
Il vestibolo in Rovere naturale, oltre a consentire l'ingresso in chiesa consente di isolare il bagno esistente grazie ad un antibagno che ne risulterebbe. Per leggere la volta a botte già dal vestibolo, questo è dotato di un lucernario triangolare che contribuisce ad illuminare anche la relativa porzione di volta.
Pur rimanendo nel solco della tradizione cristiana, il fonte battesimale in Mazzaro di Gravina ricorda i pozzi nei pressi delle case coloniche che la Riforma Fondiaria realizzò nel Metapontino a cominciare dagli inizi degli anni '50 del secolo scorso. Gli otto solchi su di esso ricordano l'"ottavo giorno", quello della Resurrezione, ossia della nuova vita (trasformata ed eterna) a cui Cristo ci destina con il battesimo.
Oltre che dalla piazza, in chiesa si entra dalla corte del palazzo baronale dove è stata realizzata un rampa per disabili in acciaio. Sul fronte del palazzo, tra le due porte della chiesa, era prevista una croce in acciaio su base in Mazzaro di Gravina.
Oltre a quattro croci in pietra sulle pareti laterali lunghe, l'interno è stato dipinto con i colori della tradizione contadina del luogo: bianco, giallo tenue e celeste cielo. Come pavimento dell'aula è rimasto l'ammattonato di cotto esistente.
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