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renato d'onofrio/architetto


2007
Parrocchia San Pio X, ampliamento dei locali parrocchiali
Matera

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Il complesso San Pio X sorge in un grande spazio, tra gli edifici del famoso quartiere Spine Bianche realizzato nel 1954 dal gruppo costituito da Carlo Aymonino, Chiarini, Girelli, Lenci e Ottolenghi a cui si aggiunsero, in fase di realizzazione, altri architetti premiati al concorso (Fiorentino e Selem, Gorio e Valori, De Carlo e Baldassarre), per ospitare i contadini evacuati dai rioni Sassi. Il concorso si svolse nell'ambito di quella stagione straordinaria che vide protagonista Adriano Olivetti con Friedmann, Tentori, Musatti, Quaroni, Gorio, Orlando, Isnardi oltre a intellettuali locali quali Mazzarone, Bracco, Nitti, Martoglio, Sacco e Marselli. Stagione che ebbe inizio grazie alla legge n. 619 del 17 maggio 1952 “Risanamento del rione Sassi nell'ambito del Comune di Matera” voluta da Alcide De Gasperi dopo un viaggio in Basilicata nel 1950 che gli fece conoscere il degrado in cui vivevano i contadini, condizione che egli stesso definì “vergogna nazionale”. La legge ordinò lo sfollamento delle aree ritenute inabitabili e sostenne economicamente la realizzazione di alcuni quartieri (Spine Bianche, Lanera, Serra Venerdì) e contrade rurali (La Martella, Venusio).
Oltre a quanto detto, Spine Bianche occupa un posto nella storia dell'architettura internazionale perché i due edifici progettati da Giancarlo De Carlo (a sinistra della chiesa in via Petrarca) contribuirono a decretare la fine dei CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna). A sinistra, guardando il complesso, sono i due edifici che il giovane De Carlo portò all'XI CIAM nel 1959 a Otterlo (Olanda), edifici che furono accusati di passatismo perché non contenevano gli elementi tipici dell'architettura moderna (pianta libera, tetto piano, finestre orizzontali, ecc.) ma, al contrario, erano caratterizzati da una generosa copertura a falde, da una pianta bloccata e da finestre verticali. Le architetture di De Carlo fecero emergere la banale interpretazione che gli epigoni dei maestri (Le Corbusier, Gropius, Oud, ecc.) avevano della Modernità. Questo e altri episodi denunciarono la stanchezza che aleggiava nei CIAM, tanto che quello del '59 fu l'ultimo congresso.  
Orbene, in questo contesto di architettura internazionale, si trova il complesso parrocchiale di san Pio X.
Opera dell’ingegnere Angelo Oliveri (dirigente dell'ufficio Genio Civile di Matera), il complesso fu realizzato nel 1962 con strutture progettate dall'ingegnere Piergiorgio Corazza; è costituito dalla chiesa a pianta ottagonale, dal campanile pure a pianta ottagonale a destra e dalle opere parrocchiali al di là di una corte prospettante su via Petrarca con un portico.
L'esigenza di locali parrocchiali più ampi per svolgere le varie attività pastorali, è alla base del progetto che riguarda la demolizione di quelli esistenti e la ricostruzione di nuovi occupando lo spazio disponibile a tergo della chiesa e sfruttando il dislivello naturale esistente. L’edificio è stato pensato su diversi livelli: al piano seminterrato sarà il salone parrocchiale, al piano terra saranno le aule per il catechismo. Su questa quota saranno le scale per la casa canonica distribuita su due livelli.
Il linguaggio architettonico non imita né quello dei locali esistenti, tanto meno la chiesa, né quello delle residenze di Spine Bianche; in continuità con l'esistente propone solo il basamento in pietre disposte ad opera squadrata.
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