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renato d'onofrio/architetto


1998-2003
Chiesa Santo Antonio, consolidamento strutturale e restauro architettonico
Pisticci (MT)

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Le precarie condizioni statiche del campanile, della cupola e della loggia che affaccia sul chiostro dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie, hanno stimolato la progettazione degli interventi di consolidamento strutturale e restauro architettonico.
Il complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie cui appartiene la chiesa, risale al XVII secolo ed è stato un importante centro religioso per l'area Materana e un catalizzatore per l’espansione urbana di Pisticci a cominciare dal XVIII secolo.
Prima dell'intervento, il campanile, la cupola a catino (segnatamente il tiburio) e la loggia presentavano segni di vetustà diffusi, distacchi di intonaco (grave quello in corrispondenza di un antico orologio solare) e fratture di vario tipo (diffuse, a rami multipli, isolate, ecc.)
Riguardo al campanile sono stati fatti estesi interventi di sostruzione muraria (scuci e cuci) e di anastilosi degli elementi di trabeazione; le pessime condizioni statiche della cuspide, hanno fatto decidere lo smontaggio e il fedele rimontaggio con il recupero dei mattoni antichi a costituire il paramento esterno. Come rilevato da una vecchia foto, è stata riproposta l’antica merlatura intorno al piano da cui spicca la cuspide.
Il tiburio e la lanterna della cupola sono stati consolidati con fibre di carbonio; l’intonaco è stato realizzato con cocciopesto. Per ragioni estetiche e per garantire la durata nel tempo, il manto del tiburio è stato corretto realizzando quattro falde divise da altrettante linee di colmo. Il distacco di intonaco e le improprie manomissioni avvenute in passato, avevano invalidato completamente l’antico orologio solare sul tiburio della cupola (fronte sud). Per tali ragioni, si è pensato con il prof. Lucio Saggese di salvare l’ortostilo di 19 cm e realizzare un nuovo quadrante ad ore moderne (il sistema orario oggi in vigore). In basso a sinistra è il motto “io ti indico le ore, tu riempile d’amore”.
L’insufficiente deflusso delle acque meteoriche ha portato a correggere l’inclinazione delle falde della navata centrale e di quella sinistra; quindi è stato rifatto completamente il manto di copertura con coppi di argilla tradizionali provenienti dalla provincia di Catanzaro, laddove le argille sono chiare come quelle caratterizzanti il paesaggio calanchivo di Pisticci. Per consentire ispezioni continue, tutte le coperture sono state dotate di appositi passetti con pianelle di laterizio.
Riguardo la loggia, è stato  rifatto il soffitto ligneo, il pavimento in mattoni di argilla tradizionali e gli intonaci. I vani interni che introducono alla loggia sono stati restaurati ed è stata realizzata una scala a mensola che porta al soppalco ligneo dell’organo a canne.  
L’intervento è stato esteso anche alle facciata di via Vittorio Emanuele e soprattutto a quella su piazza Umberto I, dove sono stati restaurati gli ornamenti a motivi geometrici. 
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